Il nome deriva dalla roccia estratta durante l’antichità sull’isola di Skyros, a Nord di Sporades (Mar Egeo). Il marmo di Skyros è uno dei marmi più importanti utilizzati dai Romani, specialment al epoca di barocco (Breccia di Settebasi). Questo marmo veniva esportato intensivamente a Roma durante il primo secolo AC come attestato dalle testimonianze archeologiche dell’epoca augustana. Il marmo di Skyros fu menzionato in scritture di Strabone, come «Pietra multicolore ».La posizione strategica dell’isola ha favorito la diffusione del marmo in tutte le province dell’impero romano dalla Siria fino alla Betica Italia e dalla Svizzera fino alla Tunisia. Indicativamente si riferise che il marmo colorato di Skyros e stato identificato, non solo in Grecia (Corinto, Olympia, Epidauro, Philippi ecc.) una anche in Italia (Roma, Ostia, Pompei, Ercolano ecc.) ed anche in N.Africa (Leptis Magha, Cartahine) Eggito (Alessandria, Cairo), Syria-Palestina (Baalbek, Caesarea Maritima), Asia Minore (Efeso, Mileto) ecc. Il marmo di Skyros godeva di grande popolarità anche durante il medioevo occidentale e orientale, e con il tempo dagli veniva rimosso dagli antichi edifici romani e riutilizzato in strutture cristiane ed islamiche.
Nel 1897 una società britannica avviò in Grecia le cave di marmo.
Il marmo di Skyros era usato ampiamente in tutta l’Europa (tuttele colone della chiesa di S.Marco – Venezia e 4 colone alla chiese di S.Pietro-Roma) e in particolare in Gran Bretagna (p.es. edifici della Anglo-South American Bank (Old-Broad Street), l’Anglo-American Oil Co. (Queen Anne’s Gate) e le chiese cattoliche di Peterborough e Londonderry). Visto che l’isola specializzava in scalpellini, serviva anche come un cantiere e deposito per blocchi di altre rocce provenienti da altre isole da spedire al mercato greco ed internazionale.
L’estrazione di marmo si fermò sull’isola durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) quando la società britannica cessò la propria attività su Skyros.